“Presenterò un disegno di legge sulla tracciabilità dei prodotti tessili che si fregiano del marchio Made in Italy”. Sono le parole che il sindaco di Bronte, il senatore Pino Firrarello, ha rivolto ad una nutrita delegazione di lavoratrici tessili, al momento in cassa integrazione dopo la drastica riduzione delle commesse da parte della Diesel. Per Firrarello, infatti, se è vero che il lavoro in Sicilia viene meno perché le grandi firme lo delocalizzano dove costa di meno, l’unica soluzione è una legge che vieti ciò almeno a coloro che producono capi di abbigliamento Made in Italy. “Il Made in Italy è più ricercato e costa di più – ribadisce Firrarello – perché lavorato in Italia da mani esperte come le vostre e da professionalità che non possiamo perdere così dall’oggi al domani. Fin dal primo giorno della crisi – continua – mi sono battuto chiedendo incontri a Palermo e Roma. La battaglia è dura, ma bisogna combatterla fino alla fine, a salvaguardia delle aziende e del vostro posto di lavoro”. Ad accompagnare le lavoratrici è stato il sindacalista della Cgil, Gino Mavica, che ha anche chiesto al sindaco il suo impegno affinché le lavoratrici percepiscano presto la cassa integrazione. Per questo Firrarello ha inviato una lettera al direttore dell’Inps. “La situazione è grave – ha spiegato Mavica – Non crediamo più nella trattativa con la diesel, ci vuole un’azione politica forte”. Se da una parte il sindaco si è schierato a favore delle imprese tessili e dei lavoratori, dall’altra però, durante lo stesso incontro, ha criticato le scelte industriali degli imprenditori che costituiscono il polo tessile: “La fine del tessile per Bronte – ha aggiunto infatti il sindaco – provoca più danni di una possibile chiusura della Fiat a Torino. In Piemonte, infatti, un’altro lavoro si può trovare, in Sicilia no. Noi abbiamo arricchito di servizi la zona artigianale che intendiamo pure allargare per venire incontro alle esigenze degli imprenditori, che non capisco come mai per anni sono rimasti ancorati alla buona volontà di un solo imprenditore che oggi, dopo essere diventato importante anche grazie a Bronte, ci toglie le commesse. Bisognava trovare altri fornitori e soprattutto creare un marchio tutto siciliano”.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA IN TRASFERTA AL MINISTERO
La crisi che attanaglia il settore tessile di Bronte e della provincia di Catania, sarà esaminata dal ministero delle Attività produttive. Il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, nei giorni scorsi, infatti, ha appositamente incontrato il prof. Esposito, che per conto del Ministero coordina gli interventi e le iniziative a garanzia del settore industriale. Al vertice, oltre al presidente, hanno partecipato il coordinatore della task force per lo sviluppo e l’occupazione nella provincia di Catania, Totò Leotta, il rappresentante delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, e Uil, Giuseppe D’Aquila e Mario Catania production manager della Bronte Jeans, ovvero una delle più grandi aziende tessili del meridione. Durante l’incontro il presidente Castiglione ha descritto la portata della crisi, che rischia di travolgere le aziende ed i suoi lavoratori. “Al Ministero – afferma il presidente della Provincia – abbiamo anche fornito i dati affinchè si individuino le giuste soluzioni e si salvaguardi l’intero settore economico. Abbiamo anche – aggiunge Castiglione – posto l’attenzione sull’attuale situazione dei lavoratori, che devono percepire la Cassa integrazione. L’obiettivo comune – conclude – è di creare i presupposti per la ripresa dell’intero comparto”. Intanto, imprese e lavoratrici sono sul piede di guerra dopo le dichiarazioni che il patron della Diesel, Renzo Rosso, ha rilasciato a Repubblica. Secondo molti l’intervista sarebbe la prova che Diesel faccia produrre i jeans all’estero, fregiandosi poi del marchio Made in Italy.
Fonte “La Sicilia” del 10-11-2009