E’ bastato un giorno per concludere gli interrogatori dell’inchiesta «Trash», che due giorni fa ha smantellato il clan di Bronte, ritenuto collegato alla cosca catanese dei Mazzei. Secondo l’accusa, l’organizzazione avrebbe tenuto sotto scacco anche la ditta che si era aggiudicata l’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nella zona di Bronte, Randazzo, Maniace e Maletto. Ieri il gip Angelo Costanzo, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ha impiegato un’intera mattinata per ascoltare ciò che avevano da dire 14 degli indagati. All’appello ne è mancato solo uno, detenuto fuori Catania. Quasi tutti hanno risposto alle domande del giudice, cercando di chiarire la loro posizione e proclamandosi estranei ad ogni accusa. Tra questi anche il boss Francesco Montagno Bozzone, difeso dall’avvocato Mario Schilirò: i fatti contestati dalla Procura – ha spiegato – risalgono a un periodo in cui lui si trovava in carcere. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Randazzo, la ditta piemontese che si occupa della raccolta dei rifiuti, la «Aimeri Spa», aveva subito le vessazioni del clan guidato da Montagno Bozzone. Non si chiedevano soldi, come – sembrerebbe – accadeva alla ditta che l’aveva preceduta – ma si volevano imporre alcuni servizi come la riparazione dei mezzi presso officine «gradite» alla cosca, il noleggio dei mezzi e l’assunzione di fittizi guardiani nei depositi. A subire intimidazioni sarebbe stata anche la «Ionia Ambiente S.p.A», una società a partecipazione pubblica costituita da 14 amministrazioni comunali. Sull’inchiesta «Trash» ieri è intervenuto con una nota il sindaco di Bronte Pino Firrarello.
Clelia Coppone Fonte “Giornale di Sicilia del 27-03-2008