L’Asp 3 di Catania punta ad accorciare i tempi per consegnare i referti sugli esami di Anatomia patologica, ovvero quegli esami che informano se un paziente è affetto o meno di patologie gravi come tumori. Per adesso, infatti, i tempi sono troppo lunghi. A lanciare l’allarme sono stati diversi pazienti dell’ospedale di Bronte, sottoposti a biopsie per un esame microscopico dei tessuti e delle cellule. Pazienti che, nonostante la solerzia e la rapidità dei medici dell’ospedale “Castiglione Prestianni”, pronti ad effettuare i prelievi ed a inviarli al centro specializzato, spesso prima di ottenere il referto hanno dovuto attendere circa un mese. Un lasso di tempo che per chi teme di essere affetto da un tumore è un enormità. Attualmente tutti i prelievi effettuati negli ospedali dell’Asp 3 di Catania vengono esaminati nell’unico centro di Anatomia patologica che si trova a Caltagirone. Ma non è certo la distanza a provocare eventuali ritardi. «Abbiamo verificato – scrive l’Asp in una nota – già da qualche mese i tempi di consegna dei referti ed è vero che sussiste la criticità addebitabile a fattori organizzativi, logistici e tecnologici. Stiamo lavorando per abbattere questi tempi e potenziare la catena operativa: dal prelievo alla consegna della refertazione al paziente. Abbiamo anche avviato le procedure d’acquisto di nuove tecnologie, fra le quali un modernissimo processore per il campionamento dei pezzi istologici che consentirà di lavorare almeno 180 cassette al giorno». Dalle informazioni avute, abbiamo capito che per essere certi del referto, i medici devono esaminare un campione per più giorni, esattamente dai 7 ad anche i 20 giorni. I tempi per l’esame, di conseguenza, sono lunghi di per sè, ma se ad essi aggiungiamo dei tempi tecnici o dei limiti del centro derivati dalla mancanza di un’opportuna tecnologia, il ritardo diventa inaccettabile. E chi sospetta di essere affetto da un tumore, sperando che la precocità dell’intervento possa salvarlo, vuole sapere prima possibile il risultato, per poter eventualmente iniziare la cura.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 10-10-2013