Corsa contro il tempo nel tentativo di far presentare ai deputati regionali della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana un emendamento ad un disegno di legge, attualmente in discussione, che permetta alle imprese tessili della Sicilia di fronteggiare la grave crisi causata dalla diminuzione delle commesse. E’ la strada indicata dal sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che questa mattina in Comune, ha ricevuto alcune aziende tessili, le organizzazioni sindacali, ed il direttore del consorzio “Sicilia moda”, Salvatore Spartà, che racchiude buona parte delle imprese del Distretto sulla filiera del tessile “Sicilia Orientale”. All’incontro ha partecipato il presidente del Consorzio “Sicilia moda” Mario Catania, i sindacalisti Rosario Gangi della Cisl e Salvino Luca della Uil, gli assessori di Bronte Damiano Ferrara e Luigi Putrino ed i consiglieri comunali Nuccio ed Ada Biuso e Biagio Petralia. “Le grandi firme – ha affermato Catania in apertura – hanno deciso di delocalizzare le commesse. Noi abbiamo già attivato le procedure per assicurare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori che intendiamo tutelare, ma è bene trovare delle soluzioni altrimenti non ci sarà futuro”. “Il Distretto – ha aggiunto Spartà – può attingere a risorse comunitarie che per la maggior parte permettono ristrutturazioni, investimenti e formazione, ed il ddl in discussione alla Commissione bilancio dell’Assemblea regionale, per regolare i finanziamenti comunitari, rispetta questo indirizzo. Di conseguenza – continua – bisogna trovare il modo di emendarlo, dando la possibilità alle aziende che devono fronteggiare la crisi di reperire risorse”. Così il sindaco Firrarello ha subito allertato i suoi uffici, interessando anche l’on Nino D’Asero, che della commissione regionale al Bilancio è il vice presidente. Poi Firrarello però ha aggiunto: “Le soluzioni che oggi possiamo individuare in sede politica possono certamente aiutare, ma non risolvere il problema. E’ arrivato il momento che le aziende chiedano alle istituzioni quegli aiuti che gli permettano di non dipendere più dalle commesse delle grandi firme”. “Ricercando altri clienti – ha affermato Mario Catania – abbiamo ricevuto la richiesta di effettuare, oltre alla confezione del capo, anche la vendita. In quel caso potremmo diventare anche bravi venditori e sostenere un marchio proprio, ma per farlo sono necessari investimenti”.