Un corteo silenzioso e attonito si è mosso da via Messina, dove ha sede la Confraternita della Misericordia, a due passi da dove abitava il giovane Matteo Galati, fino alla chiesa dell’Annunziata di Bronte, per la Santa Messa officiata da padre Nino Longhitano. Tantissimi giovani, insieme con i loro genitori e tante associazioni e parrocchie di Bronte hanno partecipato alla fiaccolata organizzata dal governatore della Misericordia di Bronte, Armando Paparo, che ha invitato a raccolta l’intera città per riflettere su quanto accaduto al giovane Matteo e affinché non si ripetano più atti di così brutale violenza. E la partecipazione è stata massiccia, segno della voglia di riscatto di una cittadina famosa per il suo dinamismo e per la sua laboriosità, ma troppe volte sconvolta da episodi che hanno strappato la vita a dei giovani. «Per noi Matteo Galati è come Salvatore Costanzo ucciso nel dicembre scorso – ha affermato il governatore Paparo – entrambi figli di questa terra che non dovevano morire così. La partecipazione a questa fiaccolata è il segno di una voglia di riscatto e di quella reazione auspicata da tutti. Da parte nostra – ha concluso Paparo – siamo pronti a fare la nostra parte per sensibilizzare i giovani verso una cultura che rigetti ogni forma di violenza». All’unisono anche i rappresentanti delle altre associazioni e sentita la testimonianza del presidente del Consiglio comunale Salvatore Gullotta e del sindaco, Pino Firrarello, che ha partecipato alla fiaccolata con la moglie Maria Prestianni, la Giunta e numerosi consiglieri comunali. «Stavamo ripercorrendo i fatti del 1860 – ha affermato Firrarello – raccontati da giornali nazionali che descrivevano Bronte per la sua cultura e la voglia di riscoprire la sua storia. Poi il baratro, con una società che deve chiedere scusa a Matteo per non aver saputo coltivare i valori della non violenza».