La visita a Bronte del direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Calaciura, per partecipare al vertice organizzato dal sindaco Pino Firrarello con i colleghi del comprensorio e con l’on. Pippo Limoli, ha permesso di fotografare l’attuale stato di salute dell’ospedale, oggi soffocato dai lavori di ristrutturazione che, ormai è notorio, si sono prolungati oltre il necessario. Dal report redatto con puntualità dal presidente del Consiglio comunale di Bronte, Salvatore Gullotta, che di professione fa il dirigente medico e quindi particolarmente esperto in materie sanitarie ed organizzazione ospedaliera è emerso un dato ritenuto inconfutabile. La riforma regionale del maggio scorso riduce a 69 i posti letto dell’ospedale. In queste condizioni l’ospedale può continuare a garantire gli oltre 7000 ricoveri l’anno solo con un organico al top: “Se per attuare il piano di rientro dobbiamo sacrificare qualcosa, – spiega Gullotta – è necessario almeno che la dotazione in risorse umane e strumentali sia congrua, altrimenti si rischia non riuscire a rispondere adeguatamente alla domanda di ospedalizzazione che secondo i dati supera i 7000 ricoveri l’anno. Questo – conclude – è un dato su cui dovremmo discutere per assicurare assistenza ad una potenziale utenza di oltre 50 mila abitanti che risiede in una zona di montagna”. Secondo il decreto assessoriale del maggio scorso il Castiglione Prestianni, infatti, oltre ai 15 posti di psichiatria e 16 di Lungodegenza, potrà contare su 69 posti letto suddivisi nelle seguenti unità operative: Chirurgia (10 posti), Urologia (10), Medicina (14), Ostetricia- Ginecologia (14), Ortopedia (14) e Pediatria (7). Quattro posti di Urologia però sono aggregati all’ospedale di Acireale che può contare sulla rianimazione ed un servizio fra Ostetricia, Ortopedia e Pediatria è sub iudice, poiché oggi sono tutti e 3 presenti sia a Bronte, Biancavilla e Paternò e la riforma ne prevede che lo siano solo in 2. “Ed oggi – afferma il sindaco Firrarello – noi evidenziano alcune lacune. Nel Laboratorio analisi il direttore è a scavalco e l’assenza fisiologica di dirigenti medici o biologi determina l’invio in ambulanza dei prelievi a Paternò. Stesso discorso per la Radiologia: le radiografie spesso finiscono a Paternò per essere refertate. In Anestesia il direttore è a scavalco e dei 5 dirigenti, 4 sono a tempo determinato. Senza considerare che questa dotazione non garantisce la presenza H24. Nel Pronto soccorso – continua – 3 medici provengono da 118 e se rientrassero sarebbero guai. Critica la situazione anche nelle Unità Operative. In Ortopedia oltre al direttore operano 3 medici. Uno di questi però è in maternità. Troppo pochi visto che il 60% dei pazienti del Pronto soccorso hanno bisogno dell’ortopedico. In Ostetricia e Ginecologia il direttore è a scavalco, un medico a rotazione viene dall’ospedale di Acireale e vi lavorano solo 3 ostetriche sulle 6 previste dalla dotazione organica. Infine l’Urologia – conclude – che era il fiore all’occhiello dell’ospedale. Oggi invece il personale è stato accorpato alla Medicina ed è rimasto solo l’ambulatorio ed il Day surgery che può essere attivo solo quando c’è il posto letto”. Per Firrarello appare evidente come il ritardo nell’esecuzione dei lavori e le carenze del personale, oltre a penalizzare i pazienti oggi, rischiano di penalizzare l’intero ospedale in futuro, soprattutto alla luce delle future scelte sugli accorpamenti con gli ospedali di Paternò e Biancavilla.