Bronte ha celebrato la festa del’Unità nazionale e delle forze armate con una solenne manifestazione cui hanno partecipato il sindaco di Bronte Pino Firrarello con la sua Giunta, numerosi consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione, ed il consigliere provinciale Aldo Catania. Presenti il comandante della Stazione Carabinieri Antonio Vavalle, quello della tenenza della Guardia di Finanza Carmelo Cicero e del distaccamento delle Guardie forestali Vincenzo Crimi, oltre al comandante della Polizia municipale Salvatore Tirendi. Dopo la Santa Messa celebrata nella Chiesa Madre, il corteo, accompagnato dalla banda musicale San Biagio, si è mosso fino al monumento ai Caduti di piazza Spedalieri, dove il sindaco ha posto una corona di alloro per ricordare i caduti in guerra. Presente anche l’ultimo reduce brontese della campagna di Russia, Alfio Longhitano che, all’età di 95 anni, non ha voluto mancare all’appuntamento.
Notizie storiche
Il 4 novembre 1918 entrava in vigore l’armistizio firmato a Villa Giusti (Padova) con l’Impero austro-ungarico. Il generale Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate italiane, nel bollettino della Vittoria annunciava agli italiani: “La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Trento e Trieste erano ricongiunte all’Italia: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Nazario Sauro vedevano compiuto il sogno loro e delle popolazioni italiane. L’unificazione territoriale, politica e istituzionale dell’Italia era stata interamente realizzata. Il prezzo pagato però fu altissimo: 600.000 i morti e 1.500.000 i feriti. Furono i combattenti ed i reduci che con il sostegno delle comunità locali avviarono il culto della memoria dei commilitoni caduti con la costruzione dei primi monumenti e l’apposizione di lapidi commemorative. Così il 4 novembre, nei giorni dedicati alle onoranze funebri in Italia come in tutta Europa, diventò così il giorno della commemorazione e della riconoscenza per il sacrificio dei propri figli.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto