I bracconieri che vanno a caccia di conigli e lepri sulle nevi dell’Etna, violando le leggi del Parco e della caccia, quest’anno dovranno fare i conti con un preciso servizio di controllo del territorio e di salvaguardia ambientale promosso dal Corpo Forestale di Bronte, coordinato dal comandante del distaccamento Commissario Superiore Vincenzo Crimi. Da ieri, infatti, una pattuglia vigila sulle principali vie di accesso ai terreni demaniali, con l’intento di acciuffare i bracconieri. «Tutto il territorio di Bronte e Maletto, ricadente all’interno del Parco dell’Etna – ci dice il commissario Crimi – è stato perlustrato dal personale forestale, allo scopo di proteggere la fauna selvatica. Come è noto, infatti, d’inverno quando il vulcano si ammanta di neve, le orme di conigli, lepri e istrici facilitano il compito dei bracconieri». Crimi annuncia che i servizi saranno ancora più frequenti soprattutto con l’abbassarsi della quota della neve che ovviamente incoraggia ancor di più i cacciatori. E se ieri la pattuglia non ha trovato alcun bracconiere, l’arrampicata delle Guardie forestali con le jeep 4×4 fino alla pista altomontana dell’Etna ha consentito loro di salvare da sicura morte una poiana, che ferita ed infreddolita non riusciva più a volare. Oltre a ciò in alcuni luoghi strategici sono stati distribuiti semi di cereali, ottimo cibo per gli uccelli. «Lo facciamo – conclude Crimi – per evitare che gli uccelli e le coturnici in particolare, non trovando cibo nelle aree coperte dalle neve, si spostino nelle zone agricole a bassa quota, dove potrebbero essere catturati da rapaci, volpi o dall’uomo». Insomma, i bracconieri sono avvertiti.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 16-01-2010