Con l’inizio,della stagione estiva, la Tenenza della Guardia di Finanza di Bronte – come disposto dal Comando provinciale di Catania delle “Fiamme gialle” guidato dal colonnello Francesco Gazzani – ha incrementato sensibilmente le attività di controllo del territorio di giurisdizione. Una di queste operazioni di controllo del territorio da parte della Guardia di Finanza brontese ha portato alla recente scoperta di alcuni furti di energia elettrica messi in atto, con meccanismi fraudolenti, da tre esercizi commerciali spalmati nella zona etnea. A rubare questa volta l’energia elettrica non erano però dei soggetti privati, come spesso accade, ma tre titolari di esercizi commerciali: un bar e una lavanderia di Bronte e un bar ubicato a Linguaglossa. Le indagini, condotte dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Bronte – esperite con l’ausilio dei tecnici dell’Enel – hanno permesso di appurare che nei due esercizi commerciali brontesi era stato manomesso il contatore, tramite apertura dei sigilli e l’apposizione di tre ponticelli, dei veri e propri bypass, sui circuiti del contatore elettronico, provocando così un ribasso del 70% circa dell’energia elettrica prelevata. Un ribasso che, tradotto in termini giuridici, significa furto. Nel bar linguaglossese, invece, era stato attuato un diverso sistema di frode consistente nell’installazione di un magnete permanente sopra la calotta del contatore. Il magnete, così posizionato, provocava il semiblocco del contatore. Infatti, a fronte di una potenza di 18 kw assorbita, veniva misurata dal contatore solo lo 0,2 kw.. Tale attività di controllo del territorio dei finanzieri brontesi ha portato al deferimento dinnanzi all’Autorità giudiziaria del titolare del bar e del responsabile della lavanderia ubicati nella “Città del pistacchio” e del rappresentante legale della società che gestisce il bar di Linguaglossa. I contatori risultati manomessi sono stati prontamente rimossi e, per riavere allacciata l’energia elettrica negli esercizi commerciali in questione, i titolari delle tre ditte dovranno saldare all’Enel una somma pari alla corrente prelevata in maniera fraudolenta. I tre dovranno, inoltre, rispondere di furto aggravato davanti all’ Autorità giudiziaria.
S. S. Fonte “La Sicilia” del 29-06-2011