E’ ancora vivo il ricordo dell’assassinio del povero Salvatore Costanzo di 17 anni, che Bronte piange un altro giovane, vittima di un assurda violenza. La gente nella cittadina accosta i 2 omicidi, e si domanda cosa sta accadendo. La notte fra il 12 ed il 13 dicembre scorso, infatti, Bronte prese atto dell’esistenza di una rete malavitosa che sparava all’impazzata uccidendo anche innocenti. Già, perché Salvatore ha avuto solo il torto di essere salito sull’auto sbagliata. Era l’una e mezza di notte, ed il giovane, dopo aver festeggiato il suo compleanno in famiglia, era uscito di casa per incontrare amici e conoscenti. In 5 avevano deciso di andare a bere una birra insieme e sono saliti sula Fiat 500 rossa di Antonino Russo. Dopo appena qualche chilometro questo si è accorto che la Audi A4 grigia di Alessandro Reale lo inseguiva. E’ iniziato un vero e proprio inseguimento per il centro storico di Bronte. Russo forse sapeva che Reale aveva motivi di acredine nei suoi confronti ed ha tentato di sfuggirgli per le stradine strette. Reale però conosceva bene il centro storico di Bronte e lo ha anticipato in via Sacerdote Giuseppe Prestianni, dove si è appostato dietro una colonna con in pugno un revolver. Quando l’auto è passata, nonostante fosse in corsa, ha esploso 4 colpi, senza tenere conto che nell’abitacolo c’erano altri 4 ragazzi innocenti. I proiettili hanno sfondato il parabrezza posteriore ed hanno raggiunto il povero Salvatore. L’assassino credendo di aver compiuto la sua missione di morte ha raggiunto la sua auto ed è scappato insieme all’amico e complice Mario Bonaccorso. I quattro ragazzi sulla Fiat 500 rimasti illesi hanno trasportato il povero Salvatore ancora in vita presso i Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, dove i medici hanno fatto il possibile per rianimarlo senza riuscirci. Quell’episodio sembrava aver scosso le coscienze, con il sindaco Pino Firrarello che ha incontrato le forze dell’ordine, i parroci ed il mondo della scuola, affinchè si facessero portavoce di un cambiamento fra i giovani ed amplificassero quel ruolo educativo che impone il rispetto per la persona altrui ed il valore della vita. Nonostante ciò oggi Bronte piange un’altra sua giovane speranza.
L.S. fonte “La Sicilia” del 03-08-2010