Si è sparato ancora a Bronte e questa volta, purtroppo, un giovane ha perso la vita. Il delitto arriva dopo una serie impressionante di tentati omicidi andati a vuoto in maniera rocambolesca e fortunosa, con le designate vittime che si sono salvate per miracolo. A rimanere ucciso l’altra notte è stato Salvatore Costanzo, uno studente di Bronte di 17 anni, incensurato e lontano dagli ambienti malavitosi, che solo qualche ora prima aveva festeggiato il compleanno. Per i carabinieri della Compagnia di Randazzo che stanno indagando sull’accaduto, il giovane è stato colpito a morte da due colpi di pistola – uno alla testa e l’altro al torace – esplosi da Alessandro Reale di 32 anni, fratello di Claudio, un ragazzo che la mattina del primo di dicembre è stato a sua volta vittima di un agguato di mafia: due sicari in sella a una motocicletta gli spararono con un fucile e una pistola senza riuscire ad ucciderlo. A sentire gli investigatori, però, l’omicidio di venerdì notte non sarebbe legato all’episodio del primo dicembre. Non sarebbe la vendetta del fratello e la risposta di una guerra fra clan malavitosi. La realtà sarebbe che la vittima designata non era Salvatore Costanzo, bensì un altro giovane, Antonino Russo, di Bronte. Costanzo avrebbe avuto soltanto il torto di trovarsi a bordo della stessa auto di Russo. Tutto è accaduto intorno all’una e mezza. Salvatore Costanzo, dopo aver festeggiato il compleanno in famiglia, è uscito di casa e ha incontrato amici e conoscenti. In 5 hanno deciso di andare a bere una birra e sono saliti sulla Fiat 500 rossa di Antonino Russo. Dopo appena qualche chilometro questo si è accorto d’essere seguito da un’auto, un’Audi grigia che risulterà essere quella di Alessandro Reale. Inizia un vero e proprio inseguimento nel centro storico di Bronte. Russo forse sapeva che Reale aveva motivi di acredine nei suoi confronti e ha tentato di sfuggirgli per le stradine strette. Reale però conosce bene il centro storico di Bronte e lo ha anticipato in via Sacerdote Giuseppe Prestianni. Si è appostato dietro una colonna con in pugno un revolver e quando l’auto è passata ha esploso 4 colpi, senza tenere conto che nell’abitacolo vi fossero altri 4 ragazzi innocenti. I proiettili hanno sfondato il lunotto posteriore e hanno centrato in pieno il povero Salvatore, Reale credendo di aver compiuto la sua missione di morte ha raggiunto la sua auto ed è scappato assieme all’amico e complice Mario Bonaccorso di 31 anni. I quattro ragazzi sulla Fiat 500 rimasti illesi hanno trasportato il povero Salvatore ancora in vita al pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, dove i medici hanno fatto il possibile per tentare di salvare la vita al giovane. Purtroppo, però, è stato tutto inutile. Avvertiti i carabinieri, sono subito iniziate le indagini. Gli investigatori hanno ascoltato numerosi testimoni e dopo alcune ore sono riusciti a risalire all’identità del killer e del suo complice. Alla vista dei militari dell’Arma, Reale ha tentato di fuggire, ma è stato subito acciuffato. Più volte interrogato dagli stessi carabinieri di Randazzo e dagli investigatori della Dda di Catania, oltre a contraddirsi, Reale avrebbe fornito quelle informazioni necessarie che hanno convinto gli investigatori della sua colpevolezza. Dato ancora più sconcertante: il movente della missione di morte sarebbe un semplice e misero debito di poche centinaia di euro non pagato da Russo, addirittura a un familiare di Reale. Un torto che in certi ambienti può costare la vita. Reale e Bonaccorsi accusati di omicidio e di tentato omicidio sono stati dichiarati in stato di fermo e condotti nel carcere catanese di Piazza Lanza. Le indagini continuano per cercare di portare alla luce tutta quella rete malavitosa che a Bronte continua a sparare all’impazzata, uccidendo anche innocenti.
R.P. Fonte “La Sicilia” del 13-12-2009