Il fenomeno del bracconaggio si ripropone nel versante nord dell’Etna. Un pensionato per invalidità di 71 anni, residente a Bronte, ha disseminato il terreno con 15 trappole artigianali per catturare i conigli. L’uomo, però, non ha fatto i conti con una operazione di vigilanza del territorio svolta dalla Federazione siciliana della caccia e dai carabinieri della stazione di Bronte che hanno trovato le trappole e denunciato il bracconiere «per esercizio illecito dell’attività venatoria in tempo di assoluto divieto e con l’ausilio di mezzi vietati». In contrada Marconnella, l’uomo aveva sistemato delle trappole utilizzando dei lacci e un cappio realizzato con fili di nylon o di rame. Alle 6 del mattino di ieri gli agenti venatori e ambientali del Nucleo provinciale della Federazione siciliana della caccia, insieme con i carabinieri, hanno notato le trappole e un coniglietto rimasto soffocato dalla morsa del cappio. E’ bastato attendere qualche minuto per scorgere il pensionato arrivare, per verificare se qualche trappola era scattata. Così gli agenti della Federazione, Schilirò e Cantali, insieme con il comandante della stazione di Bronte hanno identificato l’uomo e lo hanno segnalato all’Autorità giudiziaria. La legge, infatti, vieta la sistemazione di trappole per catturare animali, consentendo la caccia in precisi periodi dell’anno. Nonostante ciò, il fenomeno del bracconaggio può essere considerato una piaga. Lo dimostrato i risultati dei servizi svolti dai carabinieri e dalle guardie forestali, che negli anni scorsi hanno denunciato diversi bracconieri. Spesso si tratta di cacciatori che anticipano il periodo della caccia. Altre volte, come in questo caso, si tratta: di persone che tendono trappole e vanno via. Non è la prima volta, infatti, che le guardie forestali trovano nel terreno anche grosse tagliole, poste da chi non è certo rispettoso degli animali e dell’ambiente.
Fonte “La Sicilia” del 15-06-2011