Stefania Cismaru, 41enne rumena, di Bronte è stata riconosciuta colpevole del reato di sfruttamento della prostituzione e dovrà rimanere agli arresti domiciliari per 2 anni e 8 mesi. Arrestata nel maggio del 2010 è stata raggiunta da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, e ieri l’altro i carabinieri di Bronte, sono andati nella sua abitazione, dove già si trovava agli arresti domiciliari, per condurla in caserma e notificargli il provvedimento. La donna era stata arrestata a Catania dalla Polizia che, grazie a delle intercettazioni, aveva capito che la donna era subentrata agli affari del figlio che era stato arrestato qualche mese prima. Dalle indagini era emerso che gestiva gli incassi e i ricavi di lavoro delle giovani connazionali che “lavoravano” sulla strada. Così ai tempi gli agenti della squadra mobile e del commissariato Borgo-Ognina hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere per sfruttamento della prostituzione emesso dal Gip di Catania su richiesta del sostituto procuratore Angelo Busacca. Ai tempi a tradirla furono i colloqui in carcere con il figlio che tra l’altro, le avrebbe anche chiesto di “attivarsi per corrompere funzionari pubblici” e per “alleggerire la sua posizione giudiziaria”. Alla fine però non solo la sua posizione non fu alleggerita, ma la donna mentre si recava dal figlio per un colloquio in prigione, fu arrestata proprio davanti il carcere di piazza Lanza. Oggi è arrivata la sentenza e la donna, concluse le formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stata riaccompagnata dai carabinieri nella sua abitazione per scontare la sua pena con il regime dei domiciliari.
Fonte “La Sicilia” del 24-07-2011