Diciotto presunti appartenenti a un clan mafioso di Bronte ritenuto organico alla cosca Santapaola-Ercolano sono stati arrestati da carabinieri del comando provinciale di Catania. Militari dell’Arma hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 3 agli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale Etneo ipotizzando, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. I provvedimenti sono stati eseguiti in due paesi del Catanese, a Bronte e Paternò, e nell’hinterland Milanese e nelle Marche, con la collaborazione dei carabinieri del luogo. L’operazione, denominata ‘Gatto selvaggiò, è frutto di indagini della compagnia dei carabinieri di Randazzo coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania. Particolari sull’inchiesta saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sala stampa della Procura etnea.
La forte contrapposizione tre due clan per la gestione degli affari illeciti a Bronte, paese alle pendici dell’Etna famoso per la produzione di pistacchio, è al centro dell’inchiesta della Dda della Procura di Catania culminata con l’arresto di 18 indagati da parte dei carabinieri. Le cosche rivali sono quelle guidate da Francesco Montagno Bozzone, da una parte, e da Francesco Catania, legato a Cosa nostra di Catania tramite un accordo con la ‘famiglià Ercolano-Santapaola, dall’altra. La rivalità tra i due gruppi è culminata, il 22 febbraio del 2007, con il tentativo di omicidio, il terzo in pochi anni, di Montagno Bozzone: l’agguato avvenne pochi giorni dopo la sua scarcerazione e, secondo l’accusa, sarebbe stato proprio il clan rivale a organizzarlo per vendicare l’uccisione di un affiliato, legato a vincoli di parentela con esponenti emergenti della cosca. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Randazzo avrebbero permesso di individuare la gestione dello spaccio di droga nella zona, con le sostanze stupefacenti acquistate prevalentemente in Toscana, vicino Firenze, e in Lombardia, nel Milanese. Accertati anche episodi di estorsioni. L’inchiesta, denominata ‘Gatto selvaggiò, è stata coordinata dal procuratore capo Vincenzo D’Agata, dall’aggiunto Carmelo Zuccaro, e dai sostituti della Dda etnea Antonino Fanara e Iole Boscarino.
I 18 ARRESTATI Gli arrestati condotti in carcere nell’ambito dell’operazione ‘Gatto selvaggiò sono quindici. Sono Gabriele Bellitto Grillo, di 45 anni, residente a Pesaro; Emanuele Bonfiglio, di 30 anni; Giovanni Capace , di 21; Benedetto Fazio, di 48; Irene Lanzafame, di 49, residente a Pesaro; Giuseppe Longhitano, di 40; Eduardo Pappalardo, di 23; Antonino Prisco, di 21; Claudio Reale, di 40; Antonino Russo, di 23; Sebastiano Russo, di 48; Vincenzo Sciacca, di 49; Antonino Triscari, di 33; Giuseppe Uccellatore, di 27; e Fabio Vicario, di 24. A tre degli indagati sono stati concessi gli arresti domiciliari. Sono Nunzio Galvagno, di 27 anni, residente a Vizzolo Predabissi (Milano); Davide Gambino, di 24; e Luca Lo Foco, di 44, residente a San Giuliano Milanese.
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